Cloud Computing e sovranità digitale in Italia e in Europa: la strategia necessaria per una reale autonomia tecnologica
Il governo italiano tramite il PNRR ha predisposto il più ambizioso e consistente piano di spese per la migrazione al Cloud delle pubbliche amministrazioni. Fino ad oggi non è stato però indicato alcun piano o chiara intenzione di coordinamento con le altre iniziative europee sul tema.
L’Europa, dal canto suo, ha intrapreso da circa tre anni una molteplicità di attività con lo scopo di promuovere una propria autonomia tecnologica nel digitale, in generale e specificatamente nel Cloud, come ad esempio il progetto Gaia X. Restano quindi da chiarire i motivi del mancato coordinamento da parte del governo italiano rispetto a questi obiettivi di maggiore autonomia, sovranità digitale europea e di allineamento con l’Europa in tema di architetture e tecnologie di Cloud Computing.
Tali problematiche sono emerse anche nella pubblicazione del bando del 28 gennaio 2022 per la realizzazione del Polo Strategico Nazionale (PSN). La proposta messa a gara prevede l’investimento di 723 milioni di euro da parte del soggetto aggiudicatario per l’erogazione di servizi di “public” e “private” cloud che dovrebbe essere in grado di garantire la supervisione e il controllo da parte delle autorità preposte su dati e servizi strategici. Viene inoltre previsto l’affidamento della realizzazione e della gestione di un’infrastruttura ad alta affidabilità, localizzata sul territorio nazionale e idonea ad ospitare dati e servizi pubblici considerati critici o strategici, garantendo massima sicurezza, continuità e affidabilità.
Le criticità emerse in tale bando non sono certo poche, dato che riguarda la dipendenza del progetto dai Big Tech americani (Microsoft, Google e Oracle), i quali già condizionano il mercato digitale in questo settore.